Il Piemonte rappresenta una delle perle enologiche italiane. I suoi vini, soprattutto i rossi, sono apprezzati in tutto il mondo. Il Nebbiolo dà origine a vini di straordinario spessore e longevità, ed è accompagnato da tutta una serie di vitigni a bacca nera che danno vita ad una gamma di prodotti ineguagliabile in termini di ampiezza e qualità.
I bianchi piemontesi sono di altrettanta eleganza e piacevolezza. In Piemonte ci sono ben 16 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita.
Attualmente il Piemonte è una delle patrie del vino di qualità in Italia.
Produce poco meno di 3 milioni di ettolitri, tutti con una Doc o una Docg. Per quest’ultima denominazione, in particolare, il Piemonte è all’avanguardia per numero, visto che ne possiede ben sedici.
Il vitigno più diffuso è la Barbera e da quest’uva derivano proprio i rossi piemontesi per antonomasia.
Il secondo vitigno rosso per diffusione è invece il dolcetto, che dà luogo a una decina di vini con diverse denominazioni. Potrete quindi trovare i Dolcetto d’Alba, di Diano d’Alba, di Dogliani, di Acqui, di Asti, di Ovada, delle Langhe Monregalesi, del Monferrato, dei Colli Tortonesi, il Langhe Dolcetto e il Piemonte Dolcetto.
Terzo vitigno in ordine di diffusione tra quelli a bacca rossa, ma primo per fama e qualità, il nebbiolo. Da uve nebbiolo, da solo o in prevalenza, derivano il Nebbiolo d’Alba, il Roero, il Barolo, il Barbaresco, il Gattinara, il Ghemme, e anche molti vini di Doc meno conosciute del Novarese e del Vercellese.
Diffusissimo anche il moscato. Nell’Astigiano da uve moscato proviene l’Asti, lo spumante dolce più famoso del mondo. Ma anche la sua versione meno conosciuta non spumantizzata: il Moscato d’Asti, un bianco molto leggero, dolce e aromatico che viene prodotto, al contrario dell’Asti, generalmente da piccoli produttori.
Sull’uva e sul vino Grignolino vale la pena di spendere due parole di commento. Si tratta di un vitigno unico, diffuso soltanto in una zona a cavallo fra le province di Asti e di Alessandria, nella parte sud-orientale della regione. Da esso derivano vini rossi dalla scarsa concentrazione di colore e dalla spiccata spigolosità tannico-acida. Il più famoso è probabilmente il Grignolino d’Asti, ma altrettanto valido e tipico è il Grignolino del Monferrato Casalese, ottenuto in una zona più settentrionale, quasi al confine con il territorio vercellese.
Le ultime Doc approvate riguardano invece vaste aree di produzione, caratterizzate da una viticoltura innovativa e dall’introduzione di vitigni internazionali accanto a quelli tradizionalmente presenti nella regione. Si tratta delle denominazioni Langhe e Piemonte. La prima si estende su quasi tutta la zona viticola della provincia di Cuneo, nella parte sud-occidentale della regione. Funziona come Doc “di ricaduta” e comprende, ad esempio, tutti i rossi a base nebbiolo o dolcetto che per diversi motivi non possono rientrare in altre denominazioni. In più garantisce la possibilità per molti produttori di dare un disciplinare a vini sperimentali per la zona, come Chardonnay, Sauvignon e Cabernet Sauvignon. Si tratta in genere di vini di alta qualità prodotti con maturazione in piccoli fusti e che costituiscono per la vitivinicoltura piemontese ciò che i Supertuscan sono per quella toscana.